
A volte basta poco per rassicurare qualcuno, sembra banale, a tratti anche sciocco, e forse lo è , ma per un individuo che viene colpito da un momento di insicurezza, una parola, un sorriso, o anche un semplice amorevole sguardo può cambiare quell’improvviso attimo.
In quel piccolo frammento momentaneo di incertezza, i pensieri volano, le domande si accumulano una sopra l’altra, ed il timore di chiedere, domandare, prende il sopravvento su ogni tipo di azione si voglia fare.
Avvicinarsi, cullarsi, o anche semplicemente sfiorare una mano, viene inaspettatamente fermato, bloccato prima del nascere.
Timore di essere respinti o forse ancor più, timore di non essere considerati, questo ferma ogni nostra azione, non il non voler fare, ma la paura di non essere accolti.
Ci si infila così nel proprio guscio, proprio come fa una lumaca quando si sente in pericolo.
Entriamo nel nostro guscio, e lì, in quel posto per noi sicuro, cerchiamo conforto in quel che è stato, nelle parole dette, nei sorrisi stati, nelle risate condivise e negli sguardi scambiati.
Ogni tanto si fa capolino fuori dal guscio per cercare di capire, di sentire, se, poter uscire fuori anche tutto il corpo , a volte ci ritraiamo velocemente tornando nel nostro guscio , altre volte proviamo, cerchiamo, anche con un piccolo cenno.
A volte va bene, altre volte no…
E allora cosa si fa …
Si attende…
Si attende, e nell’attesa ogni tanto si continua a fare capolino fuori per vedere se inizia ad uscire un raggio di sole o se le nuvole sovrastino ancora la luce.
Si attende che passi, che ritorni, si attendono nuovi cenni, nuove risate, nuovi sguardi, nuovi sorrisi, nuovi raggi di sole.
Si attendono piccoli cenni, anche se … bastava poco …
Kiss Kiss
