Cara Mamma

Si dà per scontato che i genitori ci siano, sempre presenti, sempre lì pronti ad aspettarci, ad accoglierci, sorreggerci, confortarci e comprenderci.

Arriva però un momento dove tutto quello che avevamo dato per certo, sicuro, quasi immortale, ci venga improvvisamente tolto, quasi estirpato, strappato.

Si deve poi fare i conti con l’assenza, ci vuole tempo per accettare, in verità non si accetta mai, s’impara solo a convivere con l’assenza.

Ma più dura dell’assenza per una perdita, è l’assenza con la presenza, esserci ma in realtà non esserci.

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Lettere a Milena…

“O tu sei mia e tutto va bene, o invece ti perdo e allora non c’è niente, niente di niente”

Questo era l’ amore che Kafka provava per la sua Milena.

Lettere a  Milena, le lettere che Kafka spedisce puntualmente alla sua Milena, non sono altro che la testimonianza, il racconto di un amore che era pronto per nascere, crescere e risplendere, una vera esplosione di cuori, di sentimenti.

Un amore fatto di parole, un amore fatto d’inchiostro su fogli bianchi, un’amore non toccato, nemmeno sfiorato nonostante i loro incontri, ma che comunque creava una perfetta fusione di anime.

Parole dure, parole appena sussurrate, parole d’amore che descrivevano speranza, e che al tempo stesso cercavano di nascondere quel velo di tristezza che solo chi ama realmente puo comprendere.

Cos’era Milena per Kafka?

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