Cara Mamma

Si dà per scontato che i genitori ci siano, sempre presenti, sempre lì pronti ad aspettarci, ad accoglierci, sorreggerci, confortarci e comprenderci.

Arriva però un momento dove tutto quello che avevamo dato per certo, sicuro, quasi immortale, ci venga improvvisamente tolto, quasi estirpato, strappato.

Si deve poi fare i conti con l’assenza, ci vuole tempo per accettare, in verità non si accetta mai, s’impara solo a convivere con l’assenza.

Ma più dura dell’assenza per una perdita, è l’assenza con la presenza, esserci ma in realtà non esserci.

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Altrove

Sto sempre attenta…

Cerco sempre nel mio piccolo, nelle mie capacità, nella mia attenzione, di percepire, comprendere, analizzare e sentire ogni cosa che penso ne valga la mia riflessione.

Che sia un dialogo, un discorso, una frase, una lettura, se questa cattura il mio interesse interiore, il mio pensare va oltre al momento stesso in cui quella determinata cosa sia stata detta, letta o ascoltata.

Medito, valuto, parlo con me stessa fino al momento in cui ho ben inciso nella mente il mio pensiero.

Ed oggi è stato proprio cosi, una frase ha catturato la mia attenzione, la mia osservazione.

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Affidarsi

Sono rimasta incantata.

Ieri mentre scorrevo i reels di Instagram, sono stata rapita dalla performance realizzata dal coreografo Yoann Bourgeois.

Un uomo ed una donna in piedi su di una piattaforma rotante, entrambi alla ricerca di un terreno comune che potesse dar loro un equilibrio, una stabilità.

Il passo di uno che influenza quello dell’altro, ambedue in bilico

Si incontrano, si avvicinano, si toccano.

Le loro mani si sfiorano, si allontanano.

La piattaforma rallenta, poi riprende a girare e finalmente i due si incontrano, si abbracciano.

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Today is the day…

E’ arrivata l’ora x, il giorno x, è arrivato quel giorno ignoto, quel giorno che nemmeno io sapevo fosse oggi.

Mi ritrovo qui, a distanza di molto tempo come tanti anni fa.

Stessa postazione, stessa musica di sottofondo, io , il mio pc, le mie idee, i miei pensieri, niente di impostato, niente di programmato o preparato.

Prima di iniziare nuovamente il mio percorso qui, tra leggerezza e riflessione, vi racconto un pò che ne è stato di me in questi ultimi quasi due anni di assenza.

Sono stati quasi due anni, duri, tra rinunce e traguardi raggiunti, tra sogni infranti e piccoli desideri esauditi; sono stati quasi due anni di emozioni contrastanti, barcollanti, tra la soddisfazione di fare e l’amarezza di non riuscire a fare, fino a quando tutto sembrava scivolarmi dalle mani.

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Lettere a Milena…

“O tu sei mia e tutto va bene, o invece ti perdo e allora non c’è niente, niente di niente”

Questo era l’ amore che Kafka provava per la sua Milena.

Lettere a  Milena, le lettere che Kafka spedisce puntualmente alla sua Milena, non sono altro che la testimonianza, il racconto di un amore che era pronto per nascere, crescere e risplendere, una vera esplosione di cuori, di sentimenti.

Un amore fatto di parole, un amore fatto d’inchiostro su fogli bianchi, un’amore non toccato, nemmeno sfiorato nonostante i loro incontri, ma che comunque creava una perfetta fusione di anime.

Parole dure, parole appena sussurrate, parole d’amore che descrivevano speranza, e che al tempo stesso cercavano di nascondere quel velo di tristezza che solo chi ama realmente puo comprendere.

Cos’era Milena per Kafka?

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L’anno che varrà

Normalmente, in questo giorno siamo soliti leggere delle belle liste di buoni propositi per l’anno che verrà.

Si prende carta e penna e si iniziano a scrivere scopi e obiettivi; si fa una bella scaletta, minuziosa ed accurata, ma diciamocela tutta, quanti di questi buoni propositi, buone intenzioni riusciamo a portare a termine?

Pochi, forse uno, almeno per quannto mi riguarda.

Io ogni fine anno ero una di voi.

Proposito numero uno, proposito numero due, tre, quattro e via fino a dieci.

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Fatto

Inizio questo nuovo articolo a distanza di molto tempo con la citazione di un film animato che mi ha portato oggi a riprendere carta e penna e mettere nero su bianco i miei pensieri, le mie passioni, il mio lavoro.

“Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà, ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente”

Per molte persone questa frase penso sia diventata un punto di vista, di partenza molto importante, un po’ come lo è stata per me in quest’ultimo periodo un po’ confuso, frastagliato ed incerto.

L’ho ascoltata, condivisa, elaborata, fino a trovarne il senso, il mio senso.

Tre punti fondamentali, passato, presente e futuro.

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Trench 2021: i modelli must have per l’autunno/inverno

Per la moda autunno inverno 2021 torna a far parlare di sé il cappotto trench, un capo nato come “cappotto di trincea”, soprattutto da uomo. Si trattava, alle origini, di un cappotto impermeabile fornito in dotazione dall’esercito attorno ai primi anni del Novecento e durante le due Grandi Guerre

Il trench alle origini 

Alle origini era un cappotto con spalle a taglio obliquo, allacciatura e doppio petto. Sul collo aveva un listino per proteggersi dal freddo e la cintura in vita lo chiudeva come un accappatoio la cui lunghezza arrivava fin sotto il ginocchio.

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La casa è lo specchio dell’anima.

Solitamente si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima, ciò significa che i nostri occhi riescono sempre, o quasi sempre a riflettere in modo immediato le nostre emozioni, i nostri stati d’animo, le nostre paure , la parte più intima di noi stessi.

Io penso che non sempre sia così.

Gli occhi possono sempre mentire, molte volte siamo cosi tanto bravi nel camuffare noi stessi, la nostra anima, il nostro stato d’animo che nemmeno il miglior lettore riuscirebbe a leggere nei nostri occhi.

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Fatti bella con l’acqua di riso.

Buongiorno e buon inizio settimana a tutti.

Iniziamo il lunedì con una vera chicca di bellezza, economica e Green.

Magari, ancora qualcuno non lo sa, ma l’acqua di riso, proprio l’acqua che si ottiene dalla cottura del riso, quella che abitualmente buttiamo, può essere il nostro grande alleato di bellezza.

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Il mio viaggio emozionale

Sedici Agosto, tutto pronto per partire, destinazione, un agriturismo a pochi chilometri da casa all’insegna della natura, del relax e del buon cibo; membri dell’equipaggio IO+ME .

E si, avete capito bene, io e me, una vacanza da sola, la prima di tutta la mia vita.

Inizio con il dirvi che non è stato per niente facile, anzi, è stata veramente dura, è stata un po’ come una lotta contro il tempo aspettando il vincitore di questa lunga battaglia cominciata inizialmente con grandissimo entusiasmo.

Si, ero davvero entusiasta pensando alla location, alla piscina, al cibo a km 0, al relax.

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